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Cronaca di un progetto

M.& R. Ostidich

  

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I PROPOSITI DI LUGLIO 2000

I documenti qui raccolti si riferiscono ad un periodo della nostra vita vissuto sui campi di tiro ed in laboratorio, alla ricerca di un metodo rigoroso - fatto di strumenti, computer e matematica - che potesse migliorare le prestazioni dei nostri archi, delle frecce, e di noi stessi. Quell'iniziativa era stata chiamata Outlab.

I risultati a cui siamo approdati sono:
• alcuni articoli tecnici pubblicati sulle riviste Arcieri e Arco negli anni 1989-1992
• un buon piazzamento nel campionato nazionale FIARC 1989
• una convocazione FITARCO per la Coupe Interligue - Tir de Chasse, Nanterre F, 1989
• il brevetto d'istruttore FITA/TWAC conseguito nel 1990 all'International Archery Course di Trakoscan HR.

Di quei giorni, noi non ricordiamo solo formule matematiche e classifiche: il tiro con l'arco è un esercizio fatto di pazienti allenamenti, perfezione nei dettagli, vigilie di competizione, controllo dell'emotività. L'aver vissuto quei momenti insieme, è il cemento di una solidarietà che regge nel tempo.

La motivazione di questa raccolta è nell'ipotesi che il lavoro svolto - nonostante sia da allora trascorso molto tempo - possa ancora incontrare l'interesse di qualcuno. Se è così ci porremo il problema di tenere aggiornate queste pagine. Altrimenti saranno l'ultimo exploit prima della definitiva archiviazione.

Intanto riconosciamo d'essere stati debitori verso: Andrea e Stefano Frigerio della compagnia Outers/FIARC, che ci hanno - quasi sempre - ascoltato e aiutato, Franco Carminati della FITARCO, che ha valorizzato il nostro lavoro pubblicandone i risultati, C.N. Hickman, N. Mullaney e G.A. Pignone, dai cui testi abbiamo appreso i preliminari concetti di balistica, Julia Bowers del TWAC che ha onorato la nostra buona volontà con la sua attenzione.

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LA RIPRESA DELL'ESTATE 2007

Come avviene per ogni iniziativa, il nostro lavoro ha sofferto all'inizio per mancanza d'ascolto ed ora è offuscato dall'abbondanza di concorrenza qualificata. Per stare al gioco abbiamo rimesso mano ai vecchi appunti completando quanto allora non avevamo pubblicato. La sezione Risorse è stata aggiornata con nuove versioni dei foglio di calcolo delle traiettorie e dei diagrammi di carico, mentre la sezione Works è stata ampliata con altri tre capitoli.

Tuttavia, l'impegno più rilevante di questi mesi è stato dedicato alla nuova sezione Dossier con cui vorremmo sperimentare un approccio all'arco più agevole delle formule matematiche. Ormai non siamo lontani dall'obiettivo di allestire un centinaio di schede, con immagini tratte da libri, cataloghi, film ed opere d'arte.

I risultati non sono mancati. Il traffico sul sito è molto aumentato. In settembre sono state consultate quasi quattromila pagine. Molte delle visite vengono dall'estero. Ci è sembrato di tornare ai primi successi in gara, quando un buon posizionamento in classifica comportava ulteriore impegno per meritarlo. Abbiamo quindi deciso di rinnovare la veste e la struttura del nostro lavoro, semplificando l'apparato grafico, dando priorità ai contenuti ed allestendo qualche traduzione in inglese.

pagine consultate in un mese

Qualcuno ci ha chiesto perché lo facciamo, visto che non frequentiamo più i campi di tiro e non abbiamo interessi economici nel settore. A noi va bene così. Ora, l'attenzione per l'arcieria è solo un'esercitazione tecnica ed estetica dei nostri pensieri. E' il piacere di fare qualcosa in modo indipendente e disinteressato.

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2010: ANCORA COSE DA IMPARARE

L'amico Carlo Capra ci propone di riprendere a frequentare i campi di tiro, volendo farci smettere d'essere solo arcieri virtuali. Ma è passato troppo tempo. Abbiamo ormai altri interessi, anche se l'arco resta nei nostri pensieri e c'è ancora volontà di fare e imparare.

Nel frattempo abbiamo ampliato la sezione Risorse e convertito in formato PDF le pagine della sezione Works. E' una precauzione per arginare i copia-incolla di chi è tanto spudorato da dichiarare poi d'esserne l'autore. Abbiamo anche emendato i restanti documenti HTML e CSS affinché siano riconosciuti conformi alle direttive W3C. Ma il progetto di aprire una pagina su Facebook, per dare spazio a commenti ed approfondimenti, non ha funzionato.

Così, tra esperienze positive e qualche insuccesso stiamo gestendo più di 100 pagine, 300 immagini e 1500 collegamenti ipertestuali. Siamo diventati esperti del web più di quanto avremmo voluto esserlo di archi e frecce.

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IL PROGETTO INIZIALE DEL 1989

 

Galileo e il tiro con l'arco

( Pubblicato su Arco - gennaio 1989  con il titolo "Galileo docet")

Ogni attività sportiva ha la sua parata di termini tecnici esclusivi che sono oggetto di esibizione degli esperti e motivo di incertezza per i principianti. In pochi casi fortunati, come per la nautica, questi termini appartengono ad una nobile tradizione: un vocabolario ricco ed affascinante che va rispettato come una specie di parco naturale per vocaboli italiani in via d'estinzione. Purtroppo, in altri ambiti, si trovano solo parole senza gloria, perlopiù prese a prestito dagli anglosassoni, che sono metodici codificatori di discipline sportive.

Il tiro con l'arco, nonostante la sua storia lunga quanto la storia dell'uomo, si avvicina sorprendentemente a questa seconda categoria. Gli unici vocaboli genuini che la lingua italiana può vantare sono arco (ovviamente), faretra, cocca e forse allungo. Per il resto ricorrono termini banali come corda, flettente, punta, penna, finestra, oppure ingombranti locuzioni composte come: «supporto della freccia», «punto d'incocco», «bottone ammortizzatore». Ben vengano quindi le parole straniere, specie se sono più sintetiche - per esempio: rest - o sono inevitabili per mancanza di onorevoli corrispondenze in italiano, per esempio compound. Vocabolo quest'ultimo che i francesi pronunciano |kom'pund| infischiandosene come al solito della fonetica inglese, che in Italia si vorrebbe oggetto di culto.

Si deve quindi concludere che l'originalità e la sintesi non brillano nel lessico della nostra amatissima arcieria italiana. In queste condizioni, chi di noi si sente in vena di prestigio non ha di meglio che sfoggiare un'ardita conoscenza delle unità di misura d'oltre oceano - pollici, libbre, grani - che purtroppo hanno poco a che fare con la nobiltà dell'arco e molto con il fatto che l'industria americana, fornitrice della quasi totalità del materiale arcieristico che giunge sul nostro mercato, sia l'unica "grande" non allineata con quel Sistema  Internazionale di misura che consente a tutto il mondo di comunicare idee e valutazioni tecniche parlando in termini di chilogrammi e metri.

Può sembrare innocuo discorrere della forza di un arco misurandola in libbre o valutare in pollici l'allungo di un arciere, ma se poi si prosegue esprimendo in f.p.s. (cioè: feet per second) la velocità della freccia e in footpounds l'energia accumulata nell'arco, diventa ancor più difficile ricorrere a qualcuna delle formule di fisica imparate alle scuole superiori, che ci permetterebbero di correlare le due grandezze e sbrogliare molte delle discussioni tecniche udibili sui campi di gara. Qualcuno, ascoltando quei discorsi, ha osservato ironicamente che chi misura in pollici corre il rischio di ragionare a spanne.

Il fatto é che per mettere a punto una attrezzatura o una tecnica di tiro non si può fare a meno di comunicare sulla base di alcune convenzioni condivise e di effettuare alcuni semplici calcoli di cinematica e dinamica. Questo può non piacere ai poeti ed agli istintivi, ma aiuta molto chi vuol migliorare i propri risultati senza procedere disordinatamente per tentativi.

Facciamo qualche esempio.
Il criterio di misurare l'allungo dal punto d'incocco al bordo esterno dell'arco é ormai criticato anche negli USA: Larry Wise nel suo volumetto intitolato Tuning Your Compound Bow parla giustamente di allungo netto definendo la misura dal punto d'incocco al rest, o meglio al punto della freccia sovrastante il perno della impugnatura.

Questo infatti é l'allungo determinato dalla conformazione fisica dell'arciere ed é questo il dato che può mettere correttamente a confronto due archi diversi indipendentemente dal disegno dell'impugnatura. Adottando come standard la misurazione dell'allungo netto si dà maggiore razionalità anche ai diagrammi che esprimono il variare del carico al variare dell'allungo, poiché l'allungo a carico zero risulterebbe uguale all'altezza della corda.

Tutti dovrebbero sapere (ma pochi sanno con chiarezza) che lo spine non é altro che la flessione espressa in millesimi di pollice subita da una freccia appoggiata alle estremità e caricata al centro con la forza di due libbre. Ebbene questo termine (tecnologico più che arcieristico, ma oggetto sacro per molti arcieri) troverebbe una maggiore comprensione se venisse chiamato flessibilità, in italiano corrente, e si spiegasse che il suo valore dipende dal momento d'inerzia determinato dalle misure della sezione della freccia, dalla lunghezza di questa e dal modulo di elasticità del materiale.

Anche chi ha antipatia per i calcoli, osservando la formula che dà il momento d'inerzia di un profilo tubolare tondo:

     J = π·(Øest4 int4) / 64

troverebbe giovamento nello scoprire che un'asta, a parità di peso e di materiale, ha maggiore momento d'inerzia, e quindi minore flessibilità, se il diametro esterno é più grande e lo spessore proporzionalmente ridotto. Inoltre troverebbe utili suggerimenti dal sapere che il modulo d'elasticità delle leghe d'alluminio é sufficientemente costante e quindi l'impiego di leghe di maggior pregio (più costose) non porta giovamento alla flessibilità ma solo alla resistenza della freccia in caso di impatto contro superfici meno accoglienti del paglione dei campi di tiro.

Anche qualche nozione di balistica non farebbe male.
Chi dice che una punta pesante "tira giù" la freccia, cioè realizza una traiettoria più incurvata, potrebbe approfondire l'argomento distinguendo l'effetto abbastanza trascurabile dell'avanzamento del baricentro della freccia, dal fatto determinante che una freccia più pesante viene scagliata dall'arco ad una minore velocità, ma con un migliore rendimento ed un minore rallentamento sui tiri lunghi (o ritardazione come si dice in balistica) e minore sensibilità al vento nei tiri in campo aperto. Quindi é il peso globale della freccia e non il peso della punta a determinare la traiettoria, così come non é vero che sia sempre utile impiegare frecce il più possibile leggere.

Un'ultima considerazione merita infine chi sostiene che nei tiri indirizzati a bersagli sopraelevati (frequenti nelle gare in campo aperto) si debba mirare più in alto di quanto non si farebbe se fossero alla stessa distanza ma in piano, perché la freccia «cade andando in salita». Quanto di questa affermazione trova conferma in un calcolo balistico e quanto invece dipende da un assetto di tiro irregolare dovuto allo spostamento verso l'alto del solo braccio, invece dell'intero busto dell'arciere? E' il caso di cambiare il punto di mira o é meglio correggere il modo di tendere l'arco?

Bene: l'Italia é la patria di Galileo. Ricordare questo fatto potrebbe suggerire un sentimento di sano orgoglio nazionale e indurre qualche arciere di buona volontà e di equilibrata pignoleria, a collaborare per dare il via ad un'opera condotta con metodo galileiano: definire la terminologia standard ed i criteri di misurazione, descrivere i fenomeni che un buon arciere deve conoscere, spiegare quella decina di formule di fisica che permetterebbero di mettere in discussione i testi sacri, non sempre illuminati da Dio, tra i quali sono anche le tabelle Easton.

Con tutto questo, non si vuole affermare che sulle riviste specializzate manchino articoli tecnici di qualità. Quello che manca é un lavoro di base sistematico.

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Alla pubblicazione aveva fatto seguito una breve e simpatica contesa .

( Arco - maggio 1989  "lettere al direttore")

« I signori M. e R. Ostidich vogliono togliere a noi vecchi arcieri ogni patina del tempo, rispolverarci e reinserirci in un mondo di arcieria nuovo che rinnegando tutto ciò che ci ha contraddistinto negli ultimi trenta anni ci riproponga in forma giovane, baldanzosa e italianizzata ad una scuola che molto ha in "lettere" e molto poco in "attività sportiva". Per fare tutto ciò i signori di cui sopra altro non hanno pensato che a scomodare Galileo Galilei, invero notissimo arciere dall'occhio infallibile (a proposito... arco nudo o stile libero, o meglio: free style o barebow) e le sue formule fisico-matematiche. A parte gli scherzi, signori cari, perché volete toglierci quanto di più sacro abbia espresso l'arcieria nazionale?
Oggi in Italia abbiamo tanti, tantissimi campioni... in terminologia. Forse non tutti conoscono il significato di: spine - handle - tip - t.d. - brush button - score - target e di tanti altri termini usati ed abusati. Ma forse non è meglio restare nell'anonima ignoranza di una lingua universale che non nella stessa ignoranza in lingua nazionale? La massa degli arcieri o pseudo tali desidera divertirsi, misurarsi nell'agone sportivo o in quello cosiddetto "non competitivo", a ben pochi interessa tornare a scuola o rifarsi una novella terminologia italianizzata che sicuramente nel movimento arcieristico mondiale non verrebbe apprezzata. Del resto non è diventando anglofobi o peggio sanzionandoci alla rovescia che le nostre industrie sostituiranno nella produzione arcieristica le varie grandi marche: Hoyt-Easton, Golden Eagle, Xi, Yamaha, Samick, Bear, e tante altre che guarda caso si esprimono tutte in terminologia anglosassone.
Non me ne vogliano i signori Ostidich, la mia vuole essere solo una sdrammatizzazione dei termini e l'apertura di un contraddittorio anche burlesco che riporti la pratica dell'arcieria nei giusti termini.»
Ugo Ercoli

« Ohi, ohi, con la nostra esuberanza di "giovani" maschi abbiamo scomodato l'attenzione di un grande lupo capo branco. Pericoloso onore? Noi crediamo che il signor Ugo Ercoli non ci voglia male, ha ringhiato solo per mettere alla prova il nostro valore e la nostra lealtà.
Va bene: cercheremo di essere all'altezza della situazione e promettiamo di rispettare i veri valori della tradizione. Però Galileo non lo rinneghiamo: non è noto come arciere, ma ai pregiudizi sapeva tirare bene... pare che usasse un compound.»
M. & R. Ostidich

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DAL NOSTRO ALBUM FOTOGRAFICO

Fiarc Roving     Fiarc

XVI Roving
Nese BG, febbraio 1988

Fitarco1     Fitarco2

Coppa Italia FITARCO
Lecco, maggio 1988

A. Frigerio     F. Tironi

con Andrea Frigerio e FrancoTironi
Piani Resinelli LC, settembre 1988

outlab1     Outlab2

nel nostro laboratorio
Sirone LC, febbraio 1989

F. Carminati     nazionale

con Franco Carminati
Coupe Interligue - Tir de Chasse
Nanterre F, novembre 1989

M. Schumm     J. Bowers

con Julia Bowers e Marianne Shumm
TWAC Archery Instructors Course
Trakoscan HR, agosto1990

Rick     Vanda

con Vanda
sul campo d'allenamento
Montevecchia MI, agosto 1991

Mario     Rick

Mario A. e Riccardo Ostidich

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ULTIMI DOCUMENTI INSERITI NEL SITO

Testi o traduzioni eseguiti in Outlab ©outlab
Estratti o copie di pubblicazioni il cui copyright non appartiene a Outlab ©altro

©outlab WORKS : Rastremazione - Tillering (mar.2011)
• Analisi delle implicazioni che hanno dato forma all'arco tradizionale

©altroRISORSE : Shoot a bow for fun, Popular Mechanics, 1941 (gen.2011)
• Un longbow "fai da te" del secolo scorso

©altro RISORSE : Norb Mullaney, How and Why Bow Test are Conducted, Archery World, 1975 (dic.2010)
• Calcoli e valutazioni teoriche riguardanti le prestazioni di archi e frecce

©outlab RISORSE : Clarence N. Hickman, La dinamica dell'arco e delle frecce, 1937   (dic.2010)
• Traduzione in lingua italiana e commento del testo

©outlab WORKS : Prove di tiro - Bow tuning (dic.2010)
• La messa a punto dell'attrezzatura, osservando il modo con cui le frecce escono dall'arco e arrivano al bersaglio

©outlab DOSSIER : Scheda 2043 (nov.2010)
• Clarence N. Hickman: il padre della scienza arcieristica

©altro RISORSE : Easton, F.A.Q., 2010 (set.2010)
• Risposte alle domande più frequenti del massimo produttore di frecce

©altro RISORSE : L. Wise, Tuning Your Comound Bow, 1985 (set.2010)
• Le venti domande più frequenti a proposito dei compound

©outlab WORKS : Glossario - Lexicon (set.2010)
• Termini tecnici e unità di misura utilizzati nei calcoli di balistica interna ed esterna del tiro con l'arco

©altro RISORSE : Marco Marconi, Volume di coda, rivista Arcieri, 1986  (ago.2010)
• Un criterio per valutare l'effetto stabilizzate della freccia

©outlab DOSSIER : Scheda 2041 (lug.2010)
• Differenza tra frecce morbide e frecce rigide

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ABSTRACT

The wishes of July 2000

The documents on this site refer to a period of our lives spent on shooting fields and in laboratory, searching for a precise method - made of tools, computer and mathematics - that would improve the performance of bows, arrows and ourselves. That task has been called Outlab.

The results we approached are:
• some technical articles published on the magazines Arcieri and Arco during the years 1989-1992
• a good placement in the 1989 FIARC Italian championship
• a FITARCO invitation to the Coupe Interligue - Tir de Chasse in Paris, 1989
• the FITA/TWAC instructor license obtained in 1990 at the International Archery Course in Trakoscan HR.

Of those days, we remember not only algebraic formulas and competition scores: bow shooting is an exercise made up of constant training, perfection of details, competition eves, control of one's own emotions. Having shared those moments, is a glue of a solidarity that endures in time.

The purpose of this collection lives in the hypothesis that the work done - despite the long time passed - might still meet someone’s attention.

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The revival of Summer 2007

As it is usual for any kind of enterprise, our work has suffered for a long lack of listening and now is choked by a concurrence which turns out to be qualified. Willing to play the game, we have carried on our old papers by fulfilling what had remained untapped. The section Risorse has been updated, while the section Works has now three new chapters.

Anyway, the task that fascinates us above all is the section Dossier, looking for an approach to archery more comfortable than mathematical formulas. Now, we are no more too far from the target of one hundred pages with images from books, catalogs, movies and works of art.

Often, somebody asks why we do all this job, since we don't frequent shooting field any more, and we have no economic interest in this matter. Now, our interest for bows and arrows is only a logical and esthetical training of the mind. It is the pleasure to do something, in an independent and unselfish manner, making experience with resources and limits of the web communication media.

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Segnalazioni d'errore e suggerimenti di miglioramento sono assai graditi.
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aggiornato a: 08.03.2011