I PROPOSITI DI LUGLIO 2000 I documenti qui raccolti si riferiscono ad un periodo della nostra vita vissuto sui campi di tiro ed in laboratorio, alla ricerca di un metodo rigoroso - fatto di strumenti, computer e matematica - che potesse migliorare le prestazioni dei nostri archi, delle frecce, e di noi stessi. Quell'iniziativa era stata chiamata Outlab. I risultati a cui siamo approdati sono: Di quei giorni, noi non ricordiamo solo formule matematiche e classifiche: il tiro con l'arco è un esercizio fatto di pazienti allenamenti, perfezione nei dettagli, vigilie di competizione, controllo dell'emotività. L'aver vissuto quei momenti insieme, è il cemento di una solidarietà che regge nel tempo. La motivazione di questa raccolta è nell'ipotesi che il lavoro svolto - nonostante sia da allora trascorso molto tempo - possa ancora incontrare l'interesse di qualcuno. Se è così ci porremo il problema di tenere aggiornate queste pagine. Altrimenti saranno l'ultimo exploit prima della definitiva archiviazione. Intanto riconosciamo d'essere stati debitori verso: Andrea e Stefano Frigerio della compagnia Outers/FIARC, che ci hanno - quasi sempre - ascoltato e aiutato, Franco Carminati della FITARCO, che ha valorizzato il nostro lavoro pubblicandone i risultati, C.N. Hickman, N. Mullaney e G.A. Pignone, dai cui testi abbiamo appreso i preliminari concetti di balistica, Julia Bowers del TWAC che ha onorato la nostra buona volontà con la sua attenzione.
Come avviene per ogni iniziativa, il nostro lavoro ha sofferto all'inizio per mancanza d'ascolto ed ora è offuscato dall'abbondanza di concorrenza qualificata. Per stare al gioco abbiamo rimesso mano ai vecchi appunti completando quanto allora non avevamo pubblicato. La sezione Risorse è stata aggiornata con nuove versioni dei foglio di calcolo delle traiettorie e dei diagrammi di carico, mentre la sezione Works è stata ampliata con altri tre capitoli. Tuttavia, l'impegno più rilevante di questi mesi è stato dedicato alla nuova sezione Dossier con cui vorremmo sperimentare un approccio all'arco più agevole delle formule matematiche. Ormai non siamo lontani dall'obiettivo di allestire un centinaio di schede, con immagini tratte da libri, cataloghi, film ed opere d'arte. I risultati non sono mancati. Il traffico sul sito è molto aumentato. In settembre sono state consultate quasi quattromila pagine. Molte delle visite vengono dall'estero. Ci è sembrato di tornare ai primi successi in gara, quando un buon posizionamento in classifica comportava ulteriore impegno per meritarlo. Abbiamo quindi deciso di rinnovare la veste e la struttura del nostro lavoro, semplificando l'apparato grafico, dando priorità ai contenuti ed allestendo qualche traduzione in inglese. Qualcuno ci ha chiesto perché lo facciamo, visto che non frequentiamo più i campi di tiro e non abbiamo interessi economici nel settore. A noi va bene così. Ora, l'attenzione per l'arcieria è solo un'esercitazione tecnica ed estetica dei nostri pensieri. E' il piacere di fare qualcosa in modo indipendente e disinteressato.
L'amico Carlo Capra ci propone di riprendere a frequentare i campi di tiro, volendo farci smettere d'essere solo arcieri virtuali. Ma è passato troppo tempo. Abbiamo ormai altri interessi, anche se l'arco resta nei nostri pensieri e c'è ancora volontà di fare e imparare. Nel frattempo abbiamo ampliato la sezione Risorse e convertito in formato PDF le pagine della sezione Works. E' una precauzione per arginare i copia-incolla di chi è tanto spudorato da dichiarare poi d'esserne l'autore. Abbiamo anche emendato i restanti documenti HTML e CSS affinché siano riconosciuti conformi alle direttive W3C. Ma il progetto di aprire una pagina su Facebook, per dare spazio a commenti ed approfondimenti, non ha funzionato. Così, tra esperienze positive e qualche insuccesso stiamo gestendo più di 100 pagine, 300 immagini e 1500 collegamenti ipertestuali. Siamo diventati esperti del web più di quanto avremmo voluto esserlo di archi e frecce.
Galileo e il tiro con l'arco ( Pubblicato su Arco - gennaio 1989 con il titolo "Galileo docet") Ogni attività sportiva ha la sua parata di termini tecnici esclusivi che sono oggetto di esibizione degli esperti e motivo di incertezza per i principianti. In pochi casi fortunati, come per la nautica, questi termini appartengono ad una nobile tradizione: un vocabolario ricco ed affascinante che va rispettato come una specie di parco naturale per vocaboli italiani in via d'estinzione. Purtroppo, in altri ambiti, si trovano solo parole senza gloria, perlopiù prese a prestito dagli anglosassoni, che sono metodici codificatori di discipline sportive. Il tiro con l'arco, nonostante la sua storia lunga quanto la storia dell'uomo, si avvicina sorprendentemente a questa seconda categoria. Gli unici vocaboli genuini che la lingua italiana può vantare sono arco (ovviamente), faretra, cocca e forse allungo. Per il resto ricorrono termini banali come corda, flettente, punta, penna, finestra, oppure ingombranti locuzioni composte come: «supporto della freccia», «punto d'incocco», «bottone ammortizzatore». Ben vengano quindi le parole straniere, specie se sono più sintetiche - per esempio: rest - o sono inevitabili per mancanza di onorevoli corrispondenze in italiano, per esempio compound. Vocabolo quest'ultimo che i francesi pronunciano |kom'pund| infischiandosene come al solito della fonetica inglese, che in Italia si vorrebbe oggetto di culto. Si deve quindi concludere che l'originalità e la sintesi non brillano nel lessico della nostra amatissima arcieria italiana. In queste condizioni, chi di noi si sente in vena di prestigio non ha di meglio che sfoggiare un'ardita conoscenza delle unità di misura d'oltre oceano - pollici, libbre, grani - che purtroppo hanno poco a che fare con la nobiltà dell'arco e molto con il fatto che l'industria americana, fornitrice della quasi totalità del materiale arcieristico che giunge sul nostro mercato, sia l'unica "grande" non allineata con quel Sistema Internazionale di misura che consente a tutto il mondo di comunicare idee e valutazioni tecniche parlando in termini di chilogrammi e metri. Può sembrare innocuo discorrere della forza di un arco misurandola in libbre o valutare in pollici l'allungo di un arciere, ma se poi si prosegue esprimendo in f.p.s. (cioè: feet per second) la velocità della freccia e in footpounds l'energia accumulata nell'arco, diventa ancor più difficile ricorrere a qualcuna delle formule di fisica imparate alle scuole superiori, che ci permetterebbero di correlare le due grandezze e sbrogliare molte delle discussioni tecniche udibili sui campi di gara. Qualcuno, ascoltando quei discorsi, ha osservato ironicamente che chi misura in pollici corre il rischio di ragionare a spanne. Il fatto é che per mettere a punto una attrezzatura o una tecnica di tiro non si può fare a meno di comunicare sulla base di alcune convenzioni condivise e di effettuare alcuni semplici calcoli di cinematica e dinamica. Questo può non piacere ai poeti ed agli istintivi, ma aiuta molto chi vuol migliorare i propri risultati senza procedere disordinatamente per tentativi. Facciamo qualche esempio. Questo infatti é l'allungo determinato dalla conformazione fisica dell'arciere ed é questo il dato che può mettere correttamente a confronto due archi diversi indipendentemente dal disegno dell'impugnatura. Adottando come standard la misurazione dell'allungo netto si dà maggiore razionalità anche ai diagrammi che esprimono il variare del carico al variare dell'allungo, poiché l'allungo a carico zero risulterebbe uguale all'altezza della corda. Tutti dovrebbero sapere (ma pochi sanno con chiarezza) che lo spine non é altro che la flessione espressa in millesimi di pollice subita da una freccia appoggiata alle estremità e caricata al centro con la forza di due libbre. Ebbene questo termine (tecnologico più che arcieristico, ma oggetto sacro per molti arcieri) troverebbe una maggiore comprensione se venisse chiamato flessibilità, in italiano corrente, e si spiegasse che il suo valore dipende dal momento d'inerzia determinato dalle misure della sezione della freccia, dalla lunghezza di questa e dal modulo di elasticità del materiale. Anche chi ha antipatia per i calcoli, osservando la formula che dà il momento d'inerzia di un profilo tubolare tondo: J = π·(Øest4 -Øint4) / 64 troverebbe giovamento nello scoprire che un'asta, a parità di peso e di materiale, ha maggiore momento d'inerzia, e quindi minore flessibilità, se il diametro esterno é più grande e lo spessore proporzionalmente ridotto. Inoltre troverebbe utili suggerimenti dal sapere che il modulo d'elasticità delle leghe d'alluminio é sufficientemente costante e quindi l'impiego di leghe di maggior pregio (più costose) non porta giovamento alla flessibilità ma solo alla resistenza della freccia in caso di impatto contro superfici meno accoglienti del paglione dei campi di tiro. Anche qualche nozione di balistica non farebbe male. Un'ultima considerazione merita infine chi sostiene che nei tiri indirizzati a bersagli sopraelevati (frequenti nelle gare in campo aperto) si debba mirare più in alto di quanto non si farebbe se fossero alla stessa distanza ma in piano, perché la freccia «cade andando in salita». Quanto di questa affermazione trova conferma in un calcolo balistico e quanto invece dipende da un assetto di tiro irregolare dovuto allo spostamento verso l'alto del solo braccio, invece dell'intero busto dell'arciere? E' il caso di cambiare il punto di mira o é meglio correggere il modo di tendere l'arco? Bene: l'Italia é la patria di Galileo. Ricordare questo fatto potrebbe suggerire un sentimento di sano orgoglio nazionale e indurre qualche arciere di buona volontà e di equilibrata pignoleria, a collaborare per dare il via ad un'opera condotta con metodo galileiano: definire la terminologia standard ed i criteri di misurazione, descrivere i fenomeni che un buon arciere deve conoscere, spiegare quella decina di formule di fisica che permetterebbero di mettere in discussione i testi sacri, non sempre illuminati da Dio, tra i quali sono anche le tabelle Easton. Con tutto questo, non si vuole affermare che sulle riviste specializzate manchino articoli tecnici di qualità. Quello che manca é un lavoro di base sistematico. • • • • Alla pubblicazione aveva fatto seguito una breve e simpatica contesa . ( Arco - maggio 1989 "lettere al direttore") « I signori M. e R. Ostidich vogliono togliere a noi vecchi arcieri ogni patina del tempo, rispolverarci e reinserirci in un mondo di
arcieria nuovo che rinnegando tutto ciò che ci ha contraddistinto negli ultimi trenta anni ci riproponga in forma giovane, baldanzosa e italianizzata
ad una scuola che molto ha in "lettere" e molto poco in "attività sportiva". Per fare tutto ciò i signori di cui sopra altro non
hanno pensato che a scomodare Galileo Galilei, invero notissimo arciere dall'occhio infallibile (a proposito... arco nudo o stile libero, o meglio: free
style o barebow) e le sue formule fisico-matematiche. A parte gli scherzi, signori cari, perché volete toglierci quanto di più sacro abbia espresso
l'arcieria nazionale? « Ohi, ohi, con la nostra esuberanza di "giovani" maschi abbiamo scomodato l'attenzione di un grande lupo capo branco.
Pericoloso onore? Noi crediamo che il signor Ugo Ercoli non ci voglia male, ha ringhiato solo per mettere alla prova il nostro valore e la nostra
lealtà.
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Testi o traduzioni eseguiti in Outlab WORKS : Rastremazione -
Tillering (mar.2011) RISORSE : Shoot a bow for
fun, Popular Mechanics, 1941 (gen.2011) RISORSE : Norb Mullaney, How
and Why Bow Test are Conducted, Archery World, 1975 (dic.2010) RISORSE : Clarence N.
Hickman, La dinamica dell'arco e delle frecce, 1937 (dic.2010) WORKS : Prove di tiro -
Bow tuning (dic.2010) DOSSIER : Scheda 2043
(nov.2010) RISORSE : Easton, F.A.Q.,
2010 (set.2010) RISORSE : L. Wise, Tuning Your
Comound Bow, 1985 (set.2010) WORKS : Glossario -
Lexicon (set.2010) RISORSE : Marco Marconi,
Volume di coda, rivista Arcieri, 1986 (ago.2010) DOSSIER : Scheda 2041
(lug.2010)
The wishes of July 2000 The documents on this site refer to a period of our lives spent on shooting fields and in laboratory, searching for a precise method - made of tools, computer and mathematics - that would improve the performance of bows, arrows and ourselves. That task has been called Outlab. The results we approached are: Of those days, we remember not only algebraic formulas and competition scores: bow shooting is an exercise made up of constant training, perfection of details, competition eves, control of one's own emotions. Having shared those moments, is a glue of a solidarity that endures in time. The purpose of this collection lives in the hypothesis that the work done - despite the long time passed - might still meet someone’s attention. • • • • The revival of Summer 2007 As it is usual for any kind of enterprise, our work has suffered for a long lack of listening and now is choked by a concurrence which turns out to be qualified. Willing to play the game, we have carried on our old papers by fulfilling what had remained untapped. The section Risorse has been updated, while the section Works has now three new chapters. Anyway, the task that fascinates us above all is the section Dossier, looking for an approach to archery more comfortable than mathematical formulas. Now, we are no more too far from the target of one hundred pages with images from books, catalogs, movies and works of art. Often, somebody asks why we do all this job, since we don't frequent shooting field any more, and we have no economic interest in this matter. Now, our interest for bows and arrows is only a logical and esthetical training of the mind. It is the pleasure to do something, in an independent and unselfish manner, making experience with resources and limits of the web communication media.
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