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fig.1

Arte marziale dell'arco Zen 

I gesti del Kyudo - la "Via dell'arco" -
come quelli di ogni altra pratica Zen,
tendono a sperimentare
un'intima percezione della realtà,
che vada oltre ogni condizionamento
della ragione e dell'emotività.

Come un arciere Zen prenda di mira
soltanto il centro della propria individualità,
è stato fatto ampiamente conoscere
da un libro di Eugen Herrigel,
Lo Zen e il tiro con l'arco scritto nel 1948
e pubblicato in tutto il mondo.

fig.2

L'eleganza rituale dei movimenti
e la semplicità naturale delle cose
sono elementi che contraddistinguono
le manifestazioni esteriori dello Zen.

Nel caso specifico del Kyudo,
l'arco, detto Yumi, è molto asimmetrico,
con lunghezza che supera i due metri,
costituito da listelli di bambù e gelso,
fasciati ma non incollati, in modo da
doverne spesso aggiustare la curvatura.

Anche le frecce sono molto lunghe,
tanto da superare il metro, e quindi
richiedono un allungo che porta la mano
dietro alla nuca.

L'aggancio è fatto con il pollice
e la freccia è posta a destra dell'arco.

fig.3

Una prassi straordinaria del Kyudo
e quella di torcere l'arco con il polso,
in modo da farlo ruotare durante il rilascio,
portando la corda a fermarsi
sul lato esterno del braccio.

 

___ 

Dal libro L'arte del tiro con l'arco,
di J.S. Morisawa, 1984
Ed. Mediterranee, 1989

fig.4

Nella gara cerimoniale di tiro con l'arco,
che ogni capodanno si svolge a Kyoto,
nel tempio buddista di Sanjusangen-do,
i giovani giapponesi danno spettacolo
di forza e di eleganza.

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Dal libro Ore giapponesi,
di Fosco Maraini,
nuova edizione, Corbaccio, 2000

fig.5

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aprile-settembre 2007