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L'opera è interessante per l'eleganza
degli archi che vi sono rappresentati,
ma soprattutto per il fatto che non vi siano frecce,
né sugli archi tesi, né sulle barche.
Infatti, è qui testimoniata l'antica caccia in palude,
praticata con archi che scagliavano pallottole,
per evitare l'onere delle frecce disperse in acqua.
La corda dell'arco, che si vede nel dettaglio ingrandito,
ha al centro un cappuccio simile a quello delle fionde,
e il polso ritorto dell'arciere ruota l'arco lateralmente
per evitare d'essere colpito. |
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Questa tela di Longhi mostra come a Venezia
la caccia con archi che scagliano pallottole
fosse ancora praticata nel Settecento.
I proiettili di terracotta sono collocati
in un cestino vicino ai piedi del cacciatore,
mentre la posizione alta della presa sulla corda
fa in modo che, in caso d'errore, il proiettile
non colpisca la mano, ma eventualmente l'arco
in un punto protetto da una fasciatura.
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